Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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sabato 31 gennaio 2009

grazie a voi

all'Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia che ha messo i denari
ai Presidi del Libro che sono la rete che li ha raccolti
a Valentina Sansò la cui abilità, e finezza, non finisce di stupirmi
a Silvia Lodi che ha restituito vita ad Etty prestandole la sua voce traboccante di sfumature e di sentimenti
a Giuseppe Semeraro che ha affrontato il confronto con Silvia con la dolcezza e la semplicità dei fiori di campo
a Antongiulio Galeandro la cui fisarmonica da giorni continua a suonare dentro di me e mi punge di nostalgia
a Mauro Marino che fa con i pensieri delle persone quello che io faccio quando accendo una candela, evita che si spengano
a Piero Rapanà che ci sorride sempre
alla professoressa De Lillo che ha seguito la rappresentazione per intero
ai ragazzi del Banzi, a quelli fra loro, che hanno affrontato con rassegnazione con impegno con curiosità con partecipazione con commozione con sbigottimento con sconcerto l'ora e venti di lettura e hanno infuso dignità nel loro ascolto, restituendocela
a Gioacchino e Alessandra che sono venuti da Bari, e ad Angelo partito da Tricase, per incontrarci e incontrare Etty
al gruppo lettori di Germinazioni con cui abbiamo condiviso e diviso parte di questo impegno pubblico
a Etty Hillesum che ci insegna con l'esempio rimasto impigliato nelle parole del Diario, come il pezzo di tessuto della gonna durante la fuga in un bosco fittofitto, a credere nell'uomo
a Alvaro e Amalia e Sergio che hanno patito la mia assenza e la tensione che ho riversato su di loro e tuttavia hanno saputo gioire con me

a voi, grazie. Parola che sta come saluto prima di ripartire. Parola che sta nella nave stessa con cui si parte, grazie è la parola che tiene insieme tutti noi, e tutti noi a questo mondo; è il timone. E' la parola che conosce, comprende, capisce il debito che abbiamo ognuno con gli altri, e con il Pianeta. Parola che ci fa piccoli perchè da soli nulla possiamo ma che quando pronunciamo grandi ci fa. Di umiltà, dell'unico sentimento umano che più ne abbiamo più cresciamo. In statura morale.
grazie a voi
teresa ciulli

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