Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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venerdì 6 febbraio 2009

auguri Ofisauro!

Auguri a Valentina e a Gioia Perrone, l'autrice del Ritorno dell'Ofisauro, che stanno per incontrare i cinquanta allievi di Italo Chiodi all'Accademia di Brera. A Milano. Fra poco. Auguri all'Ofisauro che torna a trovarci e che va a trovare. Al suo gioco libero e sognante nella partitura della lingua che si mischia si sovrappone si lascia cancellare da un altro gioco, altrettanto libero, altrettanto sognante, nella lingua dei colori nella lingua del disegno nella lingua della materia. Che poliglotta che sei, Ofisauro!

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