Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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giovedì 13 dicembre 2007

un saluto danese

Che bello sentirti Valentina e grazie per l'invito al vostro blog - ma vedo che gia' contribuisco! Io non ho mai partecipato ad un blog prima d'ora, non so neppure che bottone si schiaccia, ma ci provero'. Intanto ti scrivo di sfuggita da Copenhagen, dove sono arrivato ieri sera tardi e dove sto per fare un intervento su, indovina un po': Idea Stores!

Arrivando in inverno a Copenhagen uno non puo' (se l'ha letto, ovviamente) non pensare a Smilla e il senso della neve* (e' cosi' il titolo in italiano?), libro bellissimo di Peter Hoeg (la o alla danese non ce la faccio a scriverla su questo computer, e poi non si pronuncera' neanche o). Il libro l'ho letto due anni fa (cominciato in Danimarca), e segue le peripezie di questa piccola/grande donna che pattina pericolosamente sull'orlo della vita, tra porti ghiacciati e il freddo artico della Groenlandia (suo paese natale), cercando di risolvere un mistero, o forse solo per noia. Smilla ha una forza innaturale per una della sua misura, e spesso una fortuna incredibile considerando dove si va a cacciare, ma riesce anche a guardare in faccia la tragedia della vita cosi', senza lamentarsi, come se non ci fosse altro modo. Belli i momenti con l'amico meccanico, un po' malinconici e rassegnati. Il film poi non l'ho visto, per scelta, perche' da anni ho deciso che i film tratti da libri che conosci non vale proprio la pena di vederli, rovinano tutto.
Ecco, questo era solo un saluto danese ispirato da nomi di strade come rungsted strandvej, e ny adelgate, e stroget che mi ricordano molto la buia citta' di Smilla.
Non so se e' da blog, fai tu.

Un abbraccio.

Sergio

[* 'Il senso di Smilla per la neve' (titolo originale 'Frøken Smillas fornemmelse for sne', 1992) è stato pubblicato in Italia nel 1994 da Mondadori, n.d.r.]

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