Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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domenica 9 dicembre 2007

Le prime email di Rosa

Ti comunico che sto leggendo dei libri per via di quel famoso romanzo di cui ho già accennato in una riunione di Germinazioni, giacchè ti riferisco le mie impressioni sui libri che sto leggendo. Spiegano le varie tappe poliche, storico e militari della prima metà del 1900. Il mio studio si concentra più che altro sulle ripercussioni, le condizioni di vita, la quotidianità che viveva la gente comune in quegli anni così difficili.
Cara Valentina più vedo ciò che ha combinato il fascismo è più mi piange il cuore, tanti problemi, inerzie e privazioni che dobbiamo subire oggi sono in gran parte causati dal ventennio fascista. Stamattina ho letto Focus storia, 'Come si viveva hai tempi del fascismo', comprato l'estate scorsa e messo da parte per leggerlo in secondo momento.
Quando fai un romanzo storico la mia prima regola è non dare mai nulla per scontato. Proprio su questo numero ho trovato un manifesto in cui un uomo si fa la barba con il suo rasoio elettrico e accanto la moglie con un altro rasoio elettrico che si rade le ascelle.
Lo sai perchè in quegli anni era di moda per le donne avere un rossetto così marcato, perchè imitivano le dive del cinema, ma queste lo facevano per un esigenza scenica.
Il cinema era in bianco e nero, le pellicole quindi erano molto sensibili e l'unico modo per evidenziare i contorni della bocca degli attori era quello di accentuare il colore.
Ed io che pensavo portassero un rossetto così marcato era per una questione di sensualità.
Ricordo che alle superiori una mia compagna di classe, vedendo una foto dell'epoca su di un giornale, volle falle la stessa cosa con il rossetto rosso scuro, risate generali da parte di tutta la classe e del professore che si era avvicinato a guardarla.
Sono curiose le targhette esposte dagli scapoli costretti dal regime a pagare la tassa sul celibato: "meglio la tassa che le corna", "meglio la tassa che la suocera."
E non è vero che in passato tutti gli uomini volevano le mogli vergini, una targa dice: "cerco moglie anche usata", altri erano sinceri, una targa dice: "cerco moglie per non pagare la tassa".

Adesso chiudo la posta a domani ciao

Rosa

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