Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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sabato 1 novembre 2014

Un giorno a caso

Oggi ho conosciuto, per puro caso, sembra davvero la trama di un romanzo che però non voglio raccontare, Francesca Greco, che insieme alle sue amiche, Silvana e Yaia, sui loro nomi non ci giuro per niente, erano alla libreria, La bambola di Kafka, a Lecce sì, credo che quella sia Via Palmieri. Quella che comincia dopo l'arco di Carlo V e finisce nella piazza dell'arcivescovado, Piazza Duomo. Quella di Fabio non è proprio una libreria però. E' qualcosa di più e anche qualcosa di meno. E' un luogo prima di tutto; e le librerie spessissimo non lo sono più affatto. Sono negozi e basta. Un posto dove si consuma e non dove si fanno delle scoperte. Questo spazio invece è una riva. Come quelle del mare. Al posto delle conchiglie ci stanno i libri, le fotografie, i dipinti che fa Fabio -in genere ritratti di amici suoi, e amiche-, ci sta un divano davanti, e dietro, nella stanza di dietro, un pianoforte e altri due divani con una piastra per preparare il thè poggiata su un tavolino. E' una riva dove i libri-conchiglie, tutti vecchiotti (cinquantaquattrenni come me) credo che lui li compra dai privati, stanno tutti ordinati. Così che puoi scorrere comodamente lo sguardo sui loro dorsi tatuati. Una collezione di onde. Apri il libro e quello ti restituisce il mare. In Oceano Mare di Baricco era così il finale. Che il lettore si trovava tutto bagnato alla fine del libro. Accadrà così anche il 20 novembre alle 20? Le amiche che ho conosciuto stamattina, per purissimo caso, giuro, stanno preparando da Fabio una serata dedicata alla letteratura spagnola. Leggeranno qualosa; loro tre sono l'inizio di un nuovo gruppo di lettori. Io me lo vado a scrivere sulla mia agenda che il blog lo apro poco e rischierei di dimenticarmene. E non voglio. Nessuna cosa accade a caso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie Teresa! ti aspettiamo il 20

Anonimo ha detto...

Cara Teresa grazie per questo... mi preme informarti che abbiamo anticipato la data del 20 al 19. Non avendo un tuo contatto personale manderò per sicurezza una mail a Germinazioni. Sperando che riuscirai a prenderne visione e sperando di incontrarci mercoledì... ti abbraccio. Francesca