Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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mercoledì 11 giugno 2014

domani

Domani, 12 giugno, l’associazione culturale Germinazioni, appartenente alla rete nazionale dei Presidi del Libro, prosegue la lettura del romanzo di Barnes, Livelli di vita. Siamo al secondo appuntamento, siamo arrivati a pagina 42. Chi si vuole unire all’ascolto è libero di partecipare. Non si paga nulla se non con la moneta, rara, in alcuni contesti addirittura fuoricorso, del desiderio di ascoltare; così che possa arrivare la storia dei primi aeronauti, gente vissuta fra due secoli, l’800 eil ‘900. Gente che ha messo insieme per la prima volta cose che non erano mai, mai state insieme, e da lì è accaduto il Nuovo, l’Altro. Un immenso e irreversibile cambiamento. Come ogni storia d’amore. Sono tre le vite che Barnes racconta: del colonnello Fred Burnaby, dell’attrice Sarah Bernhardt, del geniale inventore Félix Tournachon, conosciuto anche come Nadar, grande interprete dell’infanzia della fotografia. La nostra piccola combriccola di lettori è ospitata dal Museo dell’Ambiente, accolta dalla gentilezza e generosa disponibilità del prof. Genuario Belmonte, direttore del Museo; disposto a spiegarti cosa è quella lisca di pesce chiusa in una pagina di pietra morbida risalente a 10 milioni di anni fa; una pietra, quella leccese, quella delle sequenze degli angeli che si buttano dai cornicioni delle chiese barocche di qui, una pietra che testimonia il passato relativamente recente di questo territorio, all’epoca completamente sommerso da acque profonde, tanto da ospitare pesci grandi 16 metri, come l’unico esemplare al mondo di zygophisoster, dell’esattezza del nome, ma anche delle dimensioni non sono affatto sicura; una “specie di specie” di enorme delfino. L’ingresso è libero e gratuito, vale però la puntualità. Cominciamo alle 17 e finiamo alle 19. Una forma di rispetto necessario all’obiettivo che vogliamo raggiungere: leggere ad alta voce, per intero, il nostro libro: compiere fino in fondo il nostro viaggio negli appuntamenti stabiliti. Oltre domani, anche giovedì 19 e 26, agli stessi orari; allo stesso posto. Fra reperti, pagine di pietra, testimonianze fossili che ci arrivano da 70 milioni di anni fa. La storia che ci racconta Barnes è di stamattina, manco, di un’ora fa, rispetto alla grande Casa del Tempo in cui la leggiamo, a voce alta.

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