Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


.
.
.

sabato 22 dicembre 2012

per tutti gli altri

L’angelo ha smesso di parlare. Quando ci prova gli escono dalla bocca pezzi di territorio. Vite umane a grappolo, miriadi di condomini, di macchine, di panettoni. Che pena. Eppure tutto visto da tanto lontano ha qualcosa di accettabile. Perché da così lontano gli uomini non si vedono più. E’ un peccato. Ne conosco qualcuno che varrebbe veramente, abbracciare. Tenere stretto. E’ la storia dei sette saggi, una piccola storia ebraica ascoltata dalla bocca dello scrittore Marco Lodoli in una vecchia edizione della Città del Libro, a Campi. Finchè sulla terra esisteranno sette saggi dio tollererà tutti gli altri. Uno non ci pensa mai abbastanza a quanto vale la saggezza.

Nessun commento: