http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1780
Il 17 novembre il Senato ha votato un emendamento alla legge finanziaria: la vendita dei beni confiscati alla mafia. Sono 3213, cita a memoria Paola una giovane donna dalla faccia intelligente, quelli che lo Stato ha messo a disposizione della società tutta che rischiano, se l'emendamento dovesse passare anche alla Camera, oggi si riunisce la commissione, di essere messi all'asta e ricomprati da chi in questo momento dispone di liquidità. Chi? Chi se non gli imprenditori del mercato della tossicodipendenza del gioco d'azzardo del mercato nero dello smaltimento dei rifiuti. Chi, dunque?
Lo Stato, il ministro Tremonti, dopo aver concesso il condono al rientro dei capitali oscurati all'estero, compie il gesto successivo: mettere all'asta i beni confiscati alla mafia.
Lo Stato italiano drena soldi, li raccoglie, da chi ha fatto dell'illegalità il suo mestiere. I soldi con cui saranno pagati gli stipendi dei dipendenti pubblici,la pensione dei miei genitori, le spese delle strutture pubbliche, la benzina nella macchina della Polizia, le flebo negli ospedali, saranno pagati con soldi prodotti fuori dalle regole di convivenza: soldi pieni di sopraffazione, soldi che dichiarano e affermano la legge del forte, di chi impugna l'arma, su quella del debole, di chi impugna la ragione, il desiderio di giustizia..
Libera raccoglie sul suo sito le firme di quanti di noi stamattina si svegliano a una tragica verità: questo non è il mio paese da tanti anni, da quando non mi riconosco più nella sua politica privatistica che protegge l'interesse di una piccola classe di individui; ma oggi, stamattina, non è più nemmeno un paese. Nessun valore, nessuno, tiene insieme 60 milioni di persone. Ieri sera (lunedì 23 novembre) in una riunione del coordinamento provinciale di Libera ho sentito nell'aria qualcosa che ricorda la politica. Nelle forme imperfette in cui può farla ciascuno di noi la ricordava. Ieri c'erano sedute intorno a un tavolo di una sala di parrocchia, grande, disadorna, non dieci persone, dodici, ma tanti. Poteva essere il tavolo di una seduta spiritica: giustizia quando ti manifesti? Nessuno ha risposto, nemmeno il crocifisso, un metro di statura, che sovrastava il tavolo. Tutto tace. Io no.
Teresa Ciulli
giovedì 26 novembre 2009
Io no. :::: FIRMA ANCHE TU ::::
nuove Germinazioni alle 09:00
nel giardino ___Libera___
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