Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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venerdì 17 aprile 2009

note a margine dell'ExpoLibro...




Siamo qui dalle 10 e mezzo, io Valentina e Rosa. Mauro non è venuto per problemi di salute. E' proprio venerdì 17, non siamo riusciti ad entrare con la macchina e abbiamo dovuto aspettare il nulla osta, inoltre eravamo in ritardo non avevamo fatto bene i conti con l'orario. Finalmente siamo entrati, abbiamo allestito, ma dulcis in fundo Valentina entra in bagno, si lava le mani e dimentica l'anello, ritorna di nuovo in bagno e, come ha detto lei, ne ha trovati conque!!!
Insomma un putiferio. Io e Rosa abbiamo fatto un po' di spesa nel frattempo, i salumieri spagnoli ringraziano. Durante la giornata tutti chiedevano cos'erano tutte quelle mascherine e quei libri così strani, reinventati di sana pianta, alcuni volevano partecipare alla campagna Aspiranti Libronari donandoci qualche libro, ma poi dicevano però noi stiamo a Bari e voi a Lecce, come dobbiamo fare? E tutti quegli stand della fiera, dico io, cosa ci stanno a fare? c'è un tripudio di libri in vendita, comprane una versione anche economica e portaceli, non ci vuole molto!!! Valentina sembra che ha scritto in fronte 'chiedete aiuto e vi esaudirò': appena si sposta dallo stand nostro per una pausa finisce in un altro stand, a me e Rosa non succede la stessa cosa possiamo girare liberi e felici! Mantre scrivo si sono fatte quasi le 21 e siamo ancora qui a Bari, chissà quando staccheremo. Intanto mia sorella mi darà per disperso.

Luca Barba

UN ESPERIENZA CHE TI CAMBIA

La Fiera del Levante, ne ho sentito tanto parlare nella mia regione appunto la Puglia, è la fiera più importante e la più famosa e finalmente ho avuto l’occasione di andarci con Valentina e Luca e far vedere al mondo Germinazioni dei presidi del libro di Lecce. Più di una volta mia madre mi ha raccontato di quando andò all’inaugurazione della prima Fiera del Levante. Era il settembre di più di settant’anni fa, mia madre vestita da piccola italiana si intrufolò tra la folla e vide il Re Vittorio Emanuele III con la sua uniforme da ufficiale militare del 15-18, soprannominato “il Re soldato” perché si sentiva più a suo agio fra le Trincee, accampamenti e soldati che nei salotti della nobiltà. Mia madre mi disse che era molto basso e a causa della sua bassa statura i sudditi gli davano un altro genere di… soprannomi.
Io sono andata alla fiera che si tiene in primavera: Expolevante, Bari il 16-17-18-19 aprile 2009. Al contrario di ciò che si può pensare la fiera non è una cattedrale nel deserto ma sta nella città di Bari, bisogna farsi il lungomare e si arriva in piazzale Vittorio Triggiani, sull’ingresso c’è scritto Fiera del Levante, le auto possono entrare solo se hanno il pass e possono entrare i pullman dei gruppi organizzati. Si può andare in treno a Bari, scendere alla stazione e prendere un autobus, qui in Piazzale Vittorio Triggiani ci sono tre o quattro fermate d’autobus. L’ingresso alla fiera è gratuito ed apre alle 10 di mattina e chiude alle 22. Quando l’ho raccontato in giro, gente comune mi ha detto: “si ma c’è la fiera di Milano e quella di Bologna, sono più grandi e sono più organizzati”. Chissà quando potremo andarci, mi sono chiesta, in questo caso bisogna anche pagare l’alloggio. Con queste manie di grandezza tanti non vivono nulla della vita. La Fiera del Levante è un piccola cittadella e ci sono in corso dei lavori per renderla più grande. Al centro della fiera c’è la grande fontana e proprio lì accanto c’era il nostro capannone. Noi dei presidi di Lecce stavamo nel capannone n° 9 che comprendeva tutta l’editoria. I capannoni sono comunicanti, altri invece bisogna cercarli, non c’è da impazzire, accanto all’ingresso c’è un grande tabellone scritto a grandi caratteri PAD. 104 GIARDINAGGIO-NAUTICA-ARREDO GIARDINI. C'era un pò tutto alla fiera: editoria, web, videogiochi, internet, fumetti, artigianato, gastronomia, arredo bagno, moda, arredamento, saune, quadri, accessori per lidi e per luna park, antiquariato, gioielli, auto, motoscafi, nautica, ecc .
Dopo aver sistemato i tavoli e volantini e depliant, io e Luca siamo andati in avanscoperta, guardando il posto e raccogliendo biglietti da visita e comprando qualche ricordino. Alla fiera c’è tutta Italia ma anche tutto il mondo che vende i suoi prodotti: l’India vendeva gioielli, il Pakistan tappeti e la Danimarca cuscini, ecc. Io e Luca siamo stati catturati dagli spagnoli e dalla loro interessante bancarella di Salumi, con 10 euro compravi a scelta 4 salumi spagnoli. Nel salone delle auto ho visto da vicinissimo una Ferrari testa rossa e l’ho toccata, incontro ravvicinato del terzo tipo. Poi siamo ritornati al nostro gazebo. Con Valentina ci davamo il turno, cercavamo di non lasciarlo vuoto, cioè incustodito il nostro spazio. Lì ho trovato un gazebo di Lecce che promuoveva un corso base di fumetto. Stupendo!!!! quello che stavo cercando, ed ho preso il loro depliant e al più presto mi iscriverò. Verso l’una io e Luca siamo andati a mangiare, per pranzo hai due soluzioni: o ti compri un panino al bar oppure vai alla mensa self service del ristorante la Caravella che sta accanto alla fontana. L’entrata sta nello stesso stabile del ristorante la Caravella, che io e Luca abbiamo trovato chiuso, ma dalla parte opposta, sempre nello stesso edificio, un po’ nascosta, c’è la mensa. Siamo saliti al primo piano e lì abbiamo visto una sorta di mensa aziendale: tavoli, tutto sistemato e pulito. Prendi il tuo vassoio e forchette e tovagliolo e i camerieri ti danno ciò che hai scelto: Pasta al sugo, pollo con contorno, insalata, fagiolini, mozzarelle, acqua o bibita, alla fine ti ritrovi alla cassa per pagare il conto, al bar il caffè. E’ stata una bella esperienza, lì ci siamo fatti conoscere e a tanti è dispiaciuto che noi non fossimo nella loro città. La Fiera del Levante è stata davvero bella, ho visto tante altre cose ma adesso qui mi metto e scrivo un romanzo. Ritornerò, voglio rivivere quest’esperienza che aiuta tutti.
L’araba fenice

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