Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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domenica 6 aprile 2008

Scrivere oggi un libro

Cara Valentina come ti scrissi tramite posta elettronica ho questa possibilità anche minima di leggermi dei libri e mi lascia piuttosto perplessa ciò che si scrive ma ancor più ciò che si pubblica. Penso proprio che, e se ben ricordo ne abbiamo già parlato, ciò che vale per la televisione vale anche per i libri. Oggi il mondo è pieno di deficienti: manda in onda una stronzata in tv e tutti questi babbioni se lo guarderanno. Vale di più l’odiens e non la professionalità non si pensa a rispettare quel pubblico che ci tiene a vedere una buona cosa in televisione, bensì si preferisce acchiappare quelli che della televisione non gli e ne frega niente, si vuole catturare quelli che stanno spesso fuori di casa, solo lo sfigato sta spesso davanti alla tv.
La televisione è gratuita ma il canone non si può mettere a paragone con le migliaia di libri pubblicati a 20 o 30 euro. Non serve la laurea o il diploma, chi è logorroico e parla come mangia o sa usare bene le similitudini e i paragoni può tranquillamente trovare il suo libro in tutte le librerie. Ma una cosa è certa questi libri poi finiranno del dimenticatoio perché il vero libro, il vero racconto, deve saper catturare, prendere ed emozionare. Tutti i grandi classici resistono di decennio in decennio, anche per millenni come l’Iliade e l’Odissea. Perciò se si vuole dare qualcosa di concreto c’è da sudare parecchio o hai la botta di c… nel trovare l’ispirazione giusta, se invece si vuole scrivere per soldi fatelo pure basta gettare su carta tutte le parole che vi vengono in mente. Anch’io farò un esperimento del genere, però cercherò di fare come De Crescenzo che univa l’utile al dilettevole. Il mio punto debole è di non essere come tanti che si chiudono in camera e scrivono di getto continuo capitoli su capitoli, tanto da non mangiare, e vanno a letto a mezzanotte inoltrata.
La mia è una cosa lenta, perché ci rifletto troppo su ogni pagina e in passato ero piuttosto complessata e bloccata dal momento che non avevo gente esperta a cui rivolgermi per chiedere consiglio su ciò che scrivevo era giusto o sconclusionato.
Se ci tenete a perdere la voglia e la gioia di scrivere basta chiedere aiuto e consiglio ai parenti, quando vai a scuola ai altri impegni, problemi o altro che ti distraggono continuamente. Valentina il tuo aiuto per me è prezioso per poter andare avanti. Solo da quando sto al centro ho ingranato la quarta ed ho acquistato più fiducia in me stessa.
L’araba fenice

1 commento:

Anonimo ha detto...

cosa ne pensi dell'evoluzione degli ebook rispetto alla carta stampata ?