Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


.
.
.

giovedì 21 giugno 2007

Vado tutti i giorni in riva al mare: ho imparato a decifrare i messaggi degli uomini so di fogli, grigi, o gialli, con grafie disperate dentro le bottiglie che non possono essere aperte dalle onde, provenienti da tutte le parti della terra, so riconoscere i quattro versi del languido, la sua richiesta d’aiuto rimata in strofe impeccabili, so distinguere le lacrime dozzinali con cui quelli di cattivo gusto sigillano il loro appello, le imprecazioni dei violenti e il tono freddo degli orgogliosi, so riconoscere il messaggio del nostalgico: appone sempre ben chiari nome e data l’abitudine a ricevere messaggi mi permette di affermare che dietro ogni cuore disegnato si nasconde un’anima di vergine, così come gli anziani disegnano orologi e gli adolescenti ghigliottine, i lunghi lamenti appartengono al vanitoso, che descrive prolissamente le sue aspirazioni e tutto quanto tradisce il tempo, tutto quanto si è trasformato in nulla e in menzogna, una donna di carattere aggiunge il ritratto in cui la si vede di profilo, seria e altera, con un vestito da cerimonia e una collana di zaffiri, il credente esige, l’incredulo supplica, l’indifferente si dimentica di firmare, la lettera del saggio è un foglio in bianco.
Tahar Ben Jelloun
piccoli messaggi per le 'tue' bottiglie
ciao
piero

Nessun commento: