Ecco, sono caduta. Davanti a tutti, mentre leggevo. Colpa di Muriel Barbery. Leggo ad alta voce da qualche incontro per il nostro piccolo gruppo dei lettori, condividiamo la lettura ad alta voce di romanzi che leggiamo a turno dall’inizio alla fine, L’eleganza del riccio. Me lo sono comprato due anni fa ma non l’avevo ancora letto, non mi aveva agganciato, e forse l’avrei pure lasciato stare dopo le prime dieci pagine anche questa volta, se non avessi preso l’impegno di leggerlo io. Catia mi aveva avvisato di recente: devi resistere un po’ di pagine all’inizio, si entra dopo. Già.
Già dalla volta scorsa mi avevano colto alcune immagini, rivelazioni, luci accese all’improvviso sulla nostra coscienza addormentata in questa modernità ricca di bagni di acqua calda e fredda di strade di aeroplani. Di tutto quello che non serve per trovare qualcosa che sta solo dentro di noi. Ecco perché si cade mentre si legge. Perché mentre cammini nella storia non vedi il gradino di verità che l’autore ha trovato per primo in se stesso e su cui lui, lei per prima, è caduta.
Temevo, senza averlo pensato mai lucidamente, il momento in cui qualcuno si sarebbe accorto del mio pianto mentre me ne sto intenta a leggere. Non c’è niente di più vergognoso che un pianto durante la lettura. Se piango mentre sono per strada ma in realtà sono in un mio dolore non mi importa allo stesso modo che qualcuno mi vede piangere; mentre leggo sì. Perché sembra sproporzionato. E invece è proporzionatissimo. A testa bassa sono rimasta in un silenzio impastato di lacrime, dopo essere inciampata nelle considerazioni sulla morte di suo marito espresse da Renèe, la portinaia del numero 7 di Rue de Grenelle. Non potevo, volevo guardare nessuno, ho solo raccolto con le orecchio il silenzio che mi circondava. Quando sono riuscita e guardarmi intorno ho capito che eravamo caduti tutti. Una complicità ci lega adesso, e la scoperta di uno scalino messo su da Muriel Barbery, all’insaputa di tutti.
a venerdì
Teresa
lunedì 14 febbraio 2011
un venerdì
nuove Germinazioni alle 12:59
nel giardino leggiamo ad alta voce, linfa
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