da venerdì 23 aprile
ogni venerdì dalle 15.30 alle 17.30
c/o biblioteca del centro diurno di Lecce
combriccola di lettori aperta al pubblico
Titolo: Ad alta voce Il riscatto della memoria in terra di mafia
Autore: Antonina Azoti
Collana: Diario vincitore del Premio Pieve - Banca Toscana 2004
Edizioni Terre di mezzo
Pagine: 128
"Aranci, aranci, cu li fa' li guai si li chianci". Chi combina guai, li pianga solo. Spirito libero, sindacalista, musicista della banda, Nicolò Azoti è privo della "robba" che ne farebbe un buon partito. Sposa la donna che ama solo grazie a una "fuitina" e quando muore, ammazzato dalla mafia a pochi metri da casa, a chi circonda la vedova e i bambini non par vero di poter scuotere la testa.
Antonina ha quattro anni quando sua mamma le stende sul letto il padre agonizzante; pochi giorni dopo, il cappottino rosso che aspettava per Natale verrà tinto di nero. Nicolò è morto battendosi per la riforma agraria, ma sulla vedova e i due bambini cala il sudario di isolamento e vergogna destinato ai parenti di un "morto ammazzato". Dita puntate, malelingue. Il parroco asperge la bara per strada con l'acqua santa, ma si rifiuta di portarla in chiesa. "Anche Dio - scrive Antonina - lo considerava quindi colpevole?"
Ad alta voce è la storia del lento e orgoglioso percorso di riscatto di Antonina, Pinuccio e della loro madre. Dai tempi della miseria al lavoro da maestra. E al giorno in cui, davanti a tutta Palermo radunata per onorare la morte del giudice Falcone, Antonina sale su un palco e racconta ad alta voce l'orgoglio di essere figlia di Nicolò Azoti, caduto per promuovere i diritti dei braccianti, dimenticato insieme ad altri 39 sindacalisti uccisi nell'immediato dopoguerra.
lettore unico: MASSIMO
martedì 4 maggio 2010
leggiamo ad alta voce
nuove
Germinazioni
alle
11:51
nel giardino ___Libera___, leggiamo ad alta voce, linfa
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