Ci piacciono i giardini. E i semi che a quei giardini, se ci credi e ne hai cura, ti conducono.
Sono giardini di storie. Quelle che troviamo ogni venerdì pomeriggio, quando ci incontriamo per leggere, nei libri. Ma giardini di storie sono anche le nostre vite, i nostri singoli destini che ogni venerdì, alla stessa ora, noi affacciamo su un cerchio dove sta al centro, un tavolo dipinto alcuni anni fa da noi stessi. Su quel tavolo poggiamo i libri, le cioccolate in inverno, la coca cola d’estate anche a se a me non piace. Da quel cerchio, da quel confine tu puoi vedere il nostro giardino. E alzandoti dalla sedia, entrarci dentro. A turno innaffiamo le piante che ci crescono, sono alberi sempre più alti e ombrosi, e a turno facciamo gli umili lavori che servono al giardino e a noi stessi. Leggere ad alta voce è la linfa che scorre in questo giardino. Liberiamo dalle voliere, senza che quelli facciano più ritorno, storie autori personaggi luoghi che girano ormai insieme a noi in questa città in cui facciamo crescere, pianopiano, come è d’obbligo per l’albero, una fraternità cucita con libri d’avventura.


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martedì 22 gennaio 2008

Ali di vetro

Abbiamo scaricato da due grossi cartoni poco fa 260 bottiglie di vetro trasparente di quelle dove si mette il vino rosè. Siamo andate a prenderle tre giorni fa con Valentina da una azienda vinicola di Cellino che era stata interessata da una amica di famiglia a questa “ vendita”. Sono state in questi giorni caricate così come erano state imballate, da due uomini uno giovane l’altro meno, in un ventoso e soleggiato mattino nella mia macchina, che per un gioco di circostanze era stata svuotata giorni prima dei suoi sedili posteriori. Le bottiglie di Etty mi hanno tenuta compagnia, e anche fatto temere. Continuamente scricchiolavano. Adesso stanno come soldatini e fragili come tutti i soldatini, in attesa di ordini. Verranno loro da Vittoria la nostra cara, carissima amica artista di Molfetta che verrà a fare una installazione nello spazio di Mauro e di Piero, al Fondo Verri, dedicata a Etty Hillesum. Così ci colleghiamo anche noi a quelle iniziative a quei pensieri a quelle azioni che alcune persone nel mondo metteranno in campo per il ricordare le tracce lasciate nella storia da chi è uscito da essa attraverso il suo camino. Ma non è solo la via d’uscita dal campo è anche l’entrata al campo che ha segnato per sempre una ferita nella comunità degli uomini. Io l’ho visto un campo, in Francia, alcuni anni fa. E la cosa che ancora mette paura è la sua spoglia architettura di legno nero e di filo spinato. Di torri di legno nere e di recinti concentrici che se uno ne passa uno gli altre due come li può attraversare? Quello che ancora oggi sta conficcato in me è quel campo con all’esterno una natura bellissima. Al campo arrivammo per lunghe tortuose strade; era infatti strategicamente posizionato lontano, lontano da ogni dove. Come e a chi puoi chiedere aiuto da così lontano. Una nazione un continente dedicato al male in un contesto di una bellezza assoluta. Eppure non mancano storie, racconti di chi è tornato, che nel campo ha trovato ha conosciuto gente straordinaria. Se qualcuno si conserva straordinario là dentro vuol dire che gli angeli esistono. Le loro ali piegate in 250 pagine.
Teresa Ciulli
22 gennaio 2008

Etty ti porto un cuscino…..
Una installazione di Vittoria Facchini dedicata a Etty Hillesum

Inaugurazione 26 gennaio 2008, Fondo Verri;
Via Santa Maria del Paradiso, centro storico di Lecce, ore 18.
27 e 28 gennaio, letture dal Diario di Etty (Adelphi, 1986), Fondo Verri, ore 18-20
Presidi del libro:
Fondo Verri
Germinazioni
San Donato

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